Image

«Sono le armonie che danno vita alle proporzioni e quindi alle misure»

Elisabetta Giordano è nata a Cremona nel 1971. Il suo interesse per la storia dell’arte e la sua passione per le attività artistiche – in particolar modo il disegno, la scultura e la pittura – unite all’amore per la musica e la lavorazione del legno, la conducono inevitabilmente, dopo la scuola d’obbligo, a iscriversi alla Scuola Internazionale di Liuteria “Antonio Stradivari” di Cremona, dove si diploma meritevolmente nel 1991, sotto la guida del Maestro Giorgio Scolari. Tra il 1989 e il 1990 frequenta, con eccellenti risultati, un corso di formazione sulla costruzione della chitarra classica, tenuto a Cremona dal Maestro Claudio Poli. Negli anni successivi, perfeziona le sue conoscenze sulla costruzione degli strumenti ad arco presso il laboratorio del maestro Giorgio Scolari, continuando approfonditi studi sulla costruzione, sul restauro, sull’acustica e sulla messa a punto. Il suo percorso professionale si trasforma radicalmente tra il 2015 e il 2017: in questi anni, Elisabetta Giordano ha modo di studiare da vicino alcuni strumenti classici non solo di Scuola Cremonese, come Stradivari, Guarneri del Gesù, Antonio e Gerolamo Amati, Nicolò Amati, Carlo Bergonzi, Lorenzo Storioni, ma anche strumenti di altri celebri liutai italiani antichi quali Guadagnini, Gagliano, Montagnana, Goffriller e molti altri. Con frequenza quasi maniacale, visita il Museo del Violino dove arricchisce il suo patrimonio di informazioni attraverso lo studio dei dettagli dei numerosi capolavori esposti, in particolare modo i violini di Antonio Stradivari, mettendoli in relazione con i reperti del fondo stradivariano, di fondamentale importanza per assimilare appieno il metodo di costruzione classico, nell’assidua ricerca dell’armonia delle linee.

Un suo detto ricorrente? Nella costruzione di un strumento musicale, non sono le misure che creano le armonie ma sono le armonie che danno vita alle proporzioni e quindi alle misure.

I suoi studi si concentrano sulla liuteria cremonese antica di cui ripercorre tutte le fasi costruttive nel pieno rispetto del metodo tradizionale classico: a partire dalla scelta del legno, attenta e rigorosa, all’utilizzo della forma interna, realizzata in legno noce, alla piegatura delle fasce, alla scultura delle arcature, alla filettatura, all’assemblaggio e alla verniciatura dello strumento eseguita con una vernice realizzata interamente a mano, utilizzando resine naturali di primissima qualità. Durante questi ultimi due anni, il numero degli attrezzi presenti nel suo laboratorio è diminuito drasticamente, nella ricerca di una sintesi che disciplini la lavorazione dello strumento in un equilibrio perfetto fra tecnica esecutiva e presenza di personalità, tra modello utilizzato e riconoscibilità del carattere del costruttore.

Per Elisabetta è importante che il lavoro venga svolto nel pieno rispetto della tradizione cremonese, senza però togliere nulla alla personalità e al carattere del costruttore che dovrebbe interpretare il lavoro dei grandi classici e non limitarsi a copiarlo. Il lavoro viene svolto esclusivamente a mano, con fatica ma anche con grande soddisfazione perché Elisabetta ama il suo lavoro ed è ormai un Maestro Liutaio a tutti gli effetti, realizzata e gratificata dagli ormai numerosi strumenti – più di 150 tra violini, viole e violoncelli – presenti in tutto il mondo.

Ad oggi l’ordinazione di un suo strumento supera l’anno di attesa. Estremamente esigente e determinata nel suo lavoro, dotata di grande sensibilità artistica, gusto estetico, talento e manualità, Elisabetta ha saputo, in questi ultimi vent’anni, farsi apprezzare da musicisti internazionali per la bellezza dei suoi strumenti e soprattutto per le peculiari qualità acustiche. In particolare da musicisti delle orchestre: Teatro alla Scala, I Pomeriggi Musicali, Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano, Sinfonica della Rai e Teatro Regio di Torino, Arturo Toscanini e Teatro Regio di Parma, Arena di Verona, Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, Santa Cecilia di Roma, Sinfonica di Cagliari, Sinfonica della Valle d’Aosta, Filarmonica Italiana di Piacenza, Filarmonica Marchigiana di Ancona, Giovanile Italiana di Fiesole, Cameristica di Engelberg, OSI di Lugano.
I suoi strumenti sono presenti ed apprezzati non solo in vari Paesi europei come Austria, Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, Belgio ma anche negli Stati Uniti d’America, in Giappone, Corea, Cina, Taiwan e Singapore.

Fotografie: Giada Delmiglio - Cremona

fotografie