Trieste, la nuova camera acustica del Teatro Miela risuona con le note del Trio Chagall e del Quartetto Adorno

di Stefano Crise

La lingua inglese, e non solo, usa lo stesso termine per giocare e suonare; intitolare perciò la stagione concertistica di quest’anno dell’Associazione Chamber Music Playing, potrebbe essere un modo per sottolineare il piacere di suonare, puro come dovrebbe essere quello del gioco. Fedra Florit, instancabile mente e direttrice artistica dell’associazione, ha dovuto, invece, “giocare una partita importante” per trovare una nuova sede, approdando al Teatro Miela, contenitore anticonformista di stimolanti proposte culturali, ma non specializzato nell’offerta di musica da camera. L’acustica della sala è stata perciò ottimizzata grazie al coinvolgimento degli ingegneri di Suono Vivo di Padova che hanno realizzato una camera sonora dai risultati acustici sorprendenti. Una nuova importante sede, quindi, per la musica da camera, una buona notizia per Trieste e una bella soddisfazione per la gloriosa associazione organizzatrice dei concerti. La Chamber Music, infatti, nasce nel 1995 per volontà della pianista Fedra Florit allo scopo di organizzare il Concorso Internazionale “Premio Trio di Trieste”. A questo viene associata la stagione concertistica con gruppi cameristici che si sono fatti ammirare nelle varie edizioni del Concorso accanto anche a solisti e formazioni affermati a livello internazionale. Il concerto inaugurale della stagione 2020 ha avuto come protagonista il Trio Chagall (Edoardo Grieco, violino, Francesco Massimino, violoncello, Lorenzo Vinh Nguyen Ba, pianoforte), già vincitore del secondo premio (con primo non assegnato) al Premio Trio di Trieste 2019. Davvero non scontata è stata l’interpretazione del Trio in Re Maggiore op.70 n.1 di Beethoven, il cosiddetto “Trio degli spettri”, che pone infinite problematiche esecutive. È stato reso con effetti chiaro-scurali, con forte drammaticità in contrasto con la brillantezza e anche attraverso l’alternarsi di pathos melodico e fosche tensioni. Il concerto è stato aperto dal Trio in Do Maggiore Hob.XV:27 di Franz Joseph Haydn con sonorità ponderate e pur brillanti. Tutt’altra atmosfera si è respirata con il Trio n.2 in Mi minore op.67 di Dmitri Shostakovich in cui si entra in un mondo caratterizzato dalla forte emozione sonora, dall’uso di temi musicali ruvidi ma anche da spazi riempiti dal rigore di sapore bachiano. Pagine ricche di evocazioni e di stimoli sonori, come ad esempio il tema ebraico nel movimento finale, reso dal Trio Chagall con piglio percussivo tale da contagiare l’uditorio che ha tributato un caloroso successo a un trio giovanissimo ma già molto maturo nella ricerca di soluzioni interpretative raffinate.

Altri giovani i protagonisti nel secondo concerto della Chamber Music. Il Quartetto Adorno (Edoardo Zosi, Liù Silvia Pelliciari, violini, Benedetta Bucci, viola, Danilo Squitieri, violoncello), premiato in diversi concorsi, ha fatto apprezzare nel Quartettsatz in Do minore D.703 di Franz Schubert la fusione tra gli archi grazie al sapiente dosaggio del suono. La gioiosità dell’interpretazione è stato il risultato di una solida unità interpretativa, lineare e senza autocompiacimenti. Brano breve che ha introdotto in modo efficace il Quartetto in Fa minore op.95 di Ludwig van Beethoven, proposto con severità nel ridimensionamento tematico e nelle intense contrapposizioni tra le parti. Ancor maggiore felicità esecutiva è stata dimostrata nel Quintetto per archi n.2 in Sol Maggiore op.111 di Johannes Brahms, con Simone Gramaglia come seconda viola. Il compositore amburghese esprime tutto se stesso in questa pagina cameristica attraverso atmosfere viennesi, suggestioni zingaresche e ritmi di danza. Una intensa interpretazione che ha messo in luce la pudica bellezza dei temi tipici, supportati dall’intensa armonia, su cui ha aleggiato una speciale malinconia, trattata con composta espressione dagli esecutori.

Un inizio felice per Playing, con ottimi giovani e giovanissimi musicisti. Non ci resta che aspettare… la prossima mossa.