Il Concorso Triennale premia i migliori liutai contemporanei

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Cinque secoli dopo la nascita del violino e oltre 300 anni dopo Stradivari e Guarneri, Cremona incorona i migliori liutai del XXI secolo. La premiazione del XVII Concorso Triennale Internazionale "Antonio Stradivari" ha visto sfilare sul palcoscenico del Teatro Ponchielli alcuni tra i migliori costruttori di oggi. Una sola Medaglia d’oro, al pavese Alessandro Peiretti, nella sezione violoncello: protagonista nelle recenti edizioni, spesso sul podio, consegue stavolta il successo più ambito.

Elevatissima la partecipazione: ben 315 i liutai professionisti iscritti, di 37 nazionalità, e ben 401 strumenti. Il regolamento, condiviso con le Associazioni di categoria dei liutai, ricalca, aggiornandoli, gli schemi di una gara estranea a tentazioni commerciali sia per conservare un’identità forte e significativa sia per riuscire a gratificare nel miglior modo possibile l’abilità dei concorrenti. Confermando una formula perfezionata in quasi mezzo secolo, qualità artigianale e resa acustica sono armonicamente ponderate, così da porre a confronto e mettere degnamente in risalto quanto di meglio esprime la liuteria contemporanea. A una partecipazione tanto numerosa è, dunque, corrisposto un livello qualitativo altrettanto elevato.

«Il Concorso – spiega Paolo Bodini, presidente di giuria - è cresciuto e migliorato in tutte queste edizioni grazie all’apporto della comunità dei nostri liutai, che di volta in volta hanno suggerito costanti affinamenti del regolamento, e anche dei molti giurati che, al termine delle varie edizioni, ci lasciavano preziosi appunti sulla loro esperienza, peraltro sempre molto apprezzata. Una cosa certamente è rimasta invariata nel tempo ed è la selettività nella assegnazione delle Medaglie d’oro nelle varie categorie in gara. Viene infatti assegnata se lo strumento è ritenuto dalla giuria nella sua quasi totalità (otto su dieci) di qualità così alta da entrare nella collezione permanente della Fondazione ed essere esposto nel Museo accanto ai capolavori del passato. Questa è un'unicità del concorso di Cremona nel panorama di pur validi concorsi in altre parti del mondo».

A giudicare gli strumenti è stata una Giuria composta da cinque musicisti e altrettanti liutai: i Maestri artigiani Ulrich Hinsberger (Germania), Massimo Negroni (Italia), Benjamin Ruth (USA), Elisa Scrollavezza (Italia), Gao Tong Tong (Cina) e dai violinisti Fabrizio von Arx (Italia/Svizzera) e Daniel Rubenstein (Belgio), dal violista Alberto Salomon (Italia), dal violoncellista Dan Sloutskovski (Russia) e dalla contrabbassista Mirela Vedeva Ruaux (Bulgaria).

Per loro un compito difficilissimo: tradurre in parametri estetici oggettivi quanto a uno sguardo superficiale potrebbe sembrare una valutazione di mero gradimento personale. È un’operazione complessa, che richiede sensibilità e professionalità particolari. Tale esame, pur abbondando modelli di riferimento e letteratura critica, necessita di una continua messa a fuoco per adeguarsi continuamente alle aspettative di costruttori, musicisti, compositori. Violini, viole, violoncelli e contrabbassi in gara testimoniano, attraverso l’ampia proposta di soluzioni tecniche e formali, la vivacità eclettica e l’attualità dell’arte di costruire strumenti ad arco.

Ogni strumento racconta storie di lavoro, passione, studio. A maggior ragione quelli premiati. La formazione di Alessandro Peiretti inizia al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino dove si diploma in violoncello sotto la guida di Antonio Mosca. Si perfeziona con Rocco Filippini, all'Accademia Stauffer di Cremona, Antonio Meneses ed Enrico Bronzi. Collabora con importanti ensemble e orchestre; dal 2002 è violoncellista dell’Orchestra Sinfonica di Milano. L’interesse per la costruzione di strumenti ad arco gli viene trasmesso dal padre Davide, liutaio, che affianca facendogli da apprendista secondo la migliore tradizione artigianale, specializzandosi nella preparazione delle vernici. Ha ottenuto importanti riconoscimenti in concorsi internazionali. Dal 2018 al 2023 è stato insegnante di verniciatura presso la Scuola Civica di Liuteria di Milano. Oltre alla Medaglia d’oro si è aggiudicato anche i premi “Cremona Mondomusica”, consistente in uno stand per la rassegna 2025, e “Piero Ferraroni”, per  la miglior scultura della testa.

Precede di una manciata di voti il cremonese d’adozione Michele Dobner e il francese, nato in Italia, Francesco Coquoz, violoncellista egli stesso. Tutti i Premi per i secondi e terzi classificati sono offerti dalla Camera di Commercio di Cremona. 

Tra i violini, il cinese Liu Zhaojun ha ottienuto il punteggio migliore e la Medaglia d’argento. Doppio bronzo per il brianzolo Renzo Mandelli e l’argentino, ora fiorentino, Milos Seyda, anch’egli violoncellista.

È invece cremonese la miglior viola, opera di Borja Bernabeu: nato a Madrid, si diploma al Technical College del Minnesota e alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona, dove poi ha aperto la propria bottega. Per questo affianca alla Medaglia d’argento, il premio speciale Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte "come miglior artigiano di origine straniera, residente e operante in Italia". Terzo posto per il polacco Piotr Pielaszek. Le straordinarie qualità timbriche del suo strumento sono gratificate dal Premio “Walter Stauffer”.

Solo due terzi posti ex aequo nella sezione contrabbasso, invero penalizzata da ridotta partecipazione. Entrambi hanno traccia cremonese: Cipriani Cesare Chereches e Tetsu Suzuki, una laurea in filosofia alla Nihon University e la vita pendolare tra le botteghe all’ombra del Torrazzo e a Tokyo.

Molti i riconoscimenti speciali. Il ventottenne polacco Paweł Kubacka si è aggiudicato il Premio “Simone Fernando Sacconi” del Comune di Cremona come miglior under 30. La coreana Hyun-Jung Park, un passato da violinista e violista prima di aprire bottega a Cremona, ha ricevuto i Premi “Giorgio Cé” per la miglior vernice e “Pierangelo Balzarini”, per l’eccellenza delle caratteristiche tecnico-costruttive.

Il Premio “A.L.I.” (Associazione Liutaria Italiana) ha gratificato l’impegno di Giacomo Rocca e la sua capacità di aver realizzato uno strumento che “pur nel rispetto delle tradizioni della cultura italiana, reca segno dello studio, della ricerca, della progettualità e della personalità dell’artefice”. A Damiano Catesi, autore del violino con il miglior suono, il riconoscimento dell’Associazione Liutai Polacchi.

Tutti gli strumenti in gara potranno essere ammirati, fino al 13 ottobre, nel Padiglione Andrea Amati del Museo del Violino. 

Un ampio servizio sul Concorso Triennale uscirà su Archi Magazine di novembre-dicembre 2024.

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