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A colloquio con Nemoto Kazune, vincitore del Concorso Internazionale di Liuteria di Cremona

Dal Giappone è venuto, giovanissimo, fino a Cremona, per imparare, come molti suoi connazionali, l’arte della liuteria. A Cremona ha trovato una seconda patria, aprendo nel 2018 un suo laboratorio. E Cremona ora gli ha dato una grande soddisfazione, con la vittoria all’edizione 2021 del Concorso Triennale Internazionale di Liuteria, nella categoria Violoncello. È un traguardo importante per il trentenne Nemoto Kazune, diplomatosi alla Scuola di liuteria nel 2011 sotto la guida di Massimo Ardoli e premiato al Concorso Triennale anche con il Premio “Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte” «per aver scelto l’Italia come Paese per la propria formazione artistica e professionale». Al suo fianco sul podio virtuale della categoria Violoncello sono saliti Alessandro Peiretti, Medaglia d’argento, e due Medaglie di bronzo ex-aequo, il polacco Marcin Krupa ed un altro al giapponese, Nagaishi Hayato, vincitore anche del Premio “Pierangelo Balzarini”.

Maestro Kazune, cosa prova ad aver vinto la Medaglia d’oro?
«Il risultato è arrivato soprattutto grazie alla qualità acustica del mio strumento, perché per quanto riguarda la qualità della lavorazione i miei punteggi erano simili a quelli degli altri concorrenti».

Come è iniziata la sua passione per la liuteria?
«Mio padre è un musicista, un compositore, e quando ero piccolo mi ha portato a visitare, in Giappone, la bottega di un liutaio. Il suo desiderio non era in realtà di farmi fare per forza il liutaio, ma che comunque facessi un lavoro artigianale (lavorare con il cuoio, per esempio, oppure l’orologiaio), però alla fine io ho scelto proprio la liuteria».

Per quale motivo dopo il diploma alla Scuola di Liuteria di Cremona ha scelto di restare in Italia?
«Qui in Italia c’è più lavoro per un liutaio ed è anche più facile trovare una clientela. Dopo il diploma alla Scuola ho continuato a perfezionarmi, sia nella costruzione sia nel restauro, degli strumenti come degli archi. E poi sono rimasto».

Lei ha aperto il suo laboratorio cremonese da poco, nel 2018, insieme al M° Francesco Toto. Com’è la sua clientela? Italiana o internazionale?
«La maggior parte di miei clienti sono orientali, soprattutto dal Giappone, dalla Cina e da Taiwan, ma ho anche clienti spagnoli e qualcuno di New York».

Adesso si occupa più del restauro o della costruzione di strumenti?
«Soprattutto di costruzione. Faccio naturalmente la manutenzione degli strumenti che ho venduto e qualche piccolo lavoro di restauro, però nel campo del restauro devo ancora fare esperienza».

Quali sono state le conseguenze della crisi pandemica sul vostro lavoro? C’è stato un calo di domanda?
«Il vero problema del lockdown è stato di non poter far provare ai clienti gli strumenti, una volta finiti, perché non potevamo far venire nessuno in laboratorio. In quel periodo ho comunque continuato a costruire nuovi strumenti, mi sono dedicato al restauro e ho anche tentato di imparare a suonare!».

È stata la sua prima partecipazione al Concorso Triennale o aveva già partecipato in passato?
«È stata la mia seconda partecipazione. Avevo già partecipato con un violino e una viola e i risultati erano stati abbastanza buoni».

Tornerà al Concorso, partecipando in un’altra categoria?
«Sì, vorrei tornare al Concorso Triennale provando ancora nelle categorie Violino e Viola, però vorrei provare anche a partecipare a qualche concorso fuori dall’Italia».

Luca Segalla

 

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