Image

Giuseppe Guarneri del Gesù, violino “Panette” 1737

di Carlo Chiesa

Il "Panette" è uno dei capolavori assoluti di Giuseppe Guarneri "del Gesù", appartenuto per molti anni ad Isaac Stern e ora suonato da Renaud Capuçon.

La cassa armonica del Panette è costruita sul modello che Guarneri utilizza regolarmente nel corso della sua intera carriera. Le dimensioni delle parti superiore, centrale e inferiore, come le loro proporzioni, sono ben studiate e bilanciate: la loro derivazione dalla tradizione cremonese è evidente. Le bombature sono relativamente piene, anche se non raggiungono ancora il gonfiore che caratterizzerà alcuni strumenti successivi. Ad esse in gran parte è dovuto il successo acustico di questo e degli altri violini di “del Gesù”. Il filetto è sottile ma le due strisce esterne sono molto scure, tinte talmente bene che anche a distanza di quasi trecento anni non si presentano per nulla sbiadite. L’effetto generale che risulta è quello di un filetto al tempo stesso marcato e leggero. Le punte sono corte e sottili, secondo una cifra stilistica propria di Guarneri. L’ottimo stato di conservazione delle punte del fondo permette di apprezzare il gusto raffinato dell’autore e la cura che egli metteva nel rifinire il suo lavoro: sul lato verso le “cc” la curva che le forma presenta negli ultimi millimetri una brusca accelerazione, che dà alla loro parte terminale uno slancio molto gradevole. Presumibilmente questo risultato era ottenuto con un solo deciso colpo di coltello che Guarneri applicava a cassa armonica chiusa e praticamente finita solo per migliorare l’aspetto estetico dei suoi strumenti.

I fori armonici sono affascinanti. Seguendo il metodo classico cremonese, “del Gesù” intagliava con un attrezzo specifico (una specie di trapano) i fori circolari superiore e inferiore, piazzati in una posizione ben definita che si mantiene costante in tutti i suoi violini. In seguito tracciava con una dima il profilo delle aste e delle zone di raccordo (le palette superiore e inferiore). I violini di Guarneri presentano modelli di effe molto diversi, derivanti dalla sua ricerca di risultati acustici sempre migliori. Nel Panette è evidente un’influenza degli ultimi modelli di Stradivari, caratterizzati da palette molto larghe, ma la forma delle aste, larghe al centro e molto più rastremate alle estremità, è tipica di Guarneri e non assomiglia all’opera di alcun altro liutaio cremonese. Va notato come questa forma sia molto gradevole, a testimonianza del gusto dell’autore, ed è da rilevare la precisione dell’intaglio, prova questa della sua abilità tecnica.

Come sempre Guarneri utilizza legno di qualità ottima. Tuttavia il materiale scelto per questo violino presenta caratteristiche insolite. La tavola armonica è realizzata in due parti di abete giuntate insieme sulla mezzeria dello strumento, ma a differenza dell’uso comune tra i liutai cremonesi i due lati non provengono dalla stessa tavoletta. Il fondo è in un pezzo unico di acero marezzato di taglio tangenziale. Questa tipologia di taglio, che offre al legno caratteristiche acustiche molto differenti dal più usuale taglio radiale, non viene mai scelto per i fondi in due pezzi, ma si trova usato comunemente per quelli in tavola unica dagli Amati e qualche volta anche da Stradivari. “Del Gesù” lo utilizza solo di rado, preferendo legni di taglio radiale anche per i fondi in un pezzo unico. Più tradizionali le fasce, in acero radiale a fibra stretta e con una marezzatura profonda.

La testa, come quasi sempre in questo periodo, non è opera di “del Gesù”, ma di suo padre, che come lui si chiamava Giuseppe Guarneri. I motivi di questa collaborazione tra padre e figlio non sono certi, ma è possibile che Giuseppe senior per motivi di salute non operasse più a tempo pieno come liutaio, e che il figlio lo abbia voluto  supportare economicamente commissionandogli ricci che poi utilizzava per i suoi violini. Scolpire un riccio è infatti un lavoro che richiede un impegno fisico e mentale assai più limitato di quello necessario per realizzare un intero strumento.

Il violino si presenta in stato di conservazione eccellente, nonostante l’uso a cui è stato sottoposto per quasi tre secoli. La vernice è ovviamente molto consumata, ma è ancora presente su buona parte del fondo, nelle zone riparate delle fasce e nella parte centrale della tavola armonica. Dove il suo spessore è notevole si può apprezzare la sua alta qualità, evidenziata particolarmente dalla ricca pastosità tipica della miglior vernice cremonese e dalla luminosità del colore, che tinge la superficie dello strumento ma non intacca la trasparenza della vernice.

La storia di questo violino è nota a partire dal 1847: il 4 febbraio di quell’anno il liutaio e commerciante parigino Jean Baptiste Vuillaume lo vende al Visconte Panette per la rilevante somma di 3200 franchi. In seguito, apparentemente grazie alla mediazione del virtuoso Delphin Alard, lo strumento passa a un’altra nobile famiglia francese, quella dei Marchesi de Balâtre. Nel 1926 lo strumento viene portato in America e viene acquistato da un membro della famiglia Wanamaker, una ricchissima dinastia di commercianti famosi perchè considerati gli inventori dei grandi magazzini. Nel 1944 il Panette è comprato da Isaac Stern, di cui diviene per molti anni il fedele compagno. Nel 1965 Stern entra in possesso di un altro celebre violino di “del Gesù”, lo strumento del 1740 già appartenuto a Eugène Ysaÿe. Per più di trent’anni Stern mantenne il possesso di entrambi i violini, alternandone l’uso. Solo negli anni ’90 cedette il Panette al collezionista David Fulton di Seattle. Recentemente il violino è tornato in Europa, acquistato dalla Banca della Svizzera Italiana per Renaud Capuçon.

Estratto dell'articolo pubblicato su Archi Magazine n.27 di gennaio-febbraio 2011

fotografie