Cites, gli archi di pernambuco possono continuare a viaggiare senza il bisogno di un passaporto per strumenti musicali

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Archettai, strumentisti ad arco e operatori del settore possono tirare un sospiro di sollievo, perché la Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES) ha deciso che il legno di pernambuco rimarrà nell'Appendice II della CITES. Tradotto, questo significa che i temuti obblighi di registrazione in materia di commercio e trasporti sono per il momento fuori discussione: musicisti ed orchestre possono dunque continuare a viaggiare tranquillamente senza barriere. Tuttavia, è necessario un permesso per la prima esportazione del legno dal Brasile. Questa decisione è tanto importante per l’attività musicale internazionale quanto per i produttori di archetti che sono particolarmente radicati in Europa.

CAFIM (Confederation of European Music Industries) ed alcuni dei suoi membri, come Chambre Syndicale de la Facture Instrumentale (CSFI) e Bundesverband der deutschen Musikinstrumentenhersteller (BDMH), ha lavorato con grande impegno prima e durante la conferenza per garantire che il legno di pernambuco continuasse ad essere disponibile come materia prima indispensabile per la costruzione di archetti.

«Questa cooperazione è stata fatta in modo progressivo e comprovato in quanto già nel 2018/2019, alla COP18, eravamo riusciti a scongiurare un minacciato divieto di uso dei legni tropicali che non avevano la possibilità di essere sostituiti con legni alternativi nella costruzione di strumenti musicali e accessori con in testa il grenadilla per negli strumenti a fiato» ha commentato Claudio Formisano, alla testa di CAFIM Italia. «Un buon esempio e modello di come CAFIM agisce per proteggere gli interessi dei suoi membri - a beneficio della vita musicale mondiale nel suo insieme».

Un ampio servizio sulla questione delle specie minacciate di estinzione, in connessione con il mondo musicale e in particolare della liuteria, uscirà sul numero di gennaio-febbraio 2023 di ARCHI magazine

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