Giovane violinista fuggita dall'Ucraina suona in Piazza a Firenze. I vigili la cacciano, il Conservatorio l'accoglie

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Veronika, 19 anni, aveva scelto di suonare il suo violino in Piazza del Duomo a Firenze con l'obiettivo di raccogliere fondi e mandarli alla sua famiglia nel Donbass martoriato dalla guerra. Un atto nobile che aveva suscitato la generosità di numerosi passanti, interrotto però dai vigili urbani in borghese che si sono avvicinati chiedendole di smettere, spiegando che a Firenze non si può suonare per strada senza un apposito permesso. La ragazza ha così riposto il violino nella custodia a malincuore. La vicenda ha suscitato alcune polemiche nel capoluogo toscano, finché una soluzione è stata trovata giovedì mattina. Il sindaco Dario Nardella, che come Veronika suona il violino, ha organizzato un incontro tra la ragazza e il direttore del "Cherubini" Giovanni Pucciarmati, che le ha proposto l'iscrizione al conservatorio. «Da dopo Pasqua inizierà le lezioni. Sono previste borse di studio per ragazzi in difficoltà, e lei frequenterà il nostro istituto gratuitamente», è stato chiarito dal conservatorio.

Veronika proviene dal Donbass che ha lasciato il 27 febbraio, tre giorni dopo l’inizio della guerra. La sua città si chiama Bilyc’ke, vicina a Mariupol. «Ho sempre pensato che nel 2022 una guerra non sarebbe stata possibile, poi arrivato quel 24 febbraio mi sono svegliata con il rumore delle bombe. Non ci volevo credere. Invece la guerra iniziata e ancora non finita: le città attorno alla mia sono state tutte distrutte». Veronika ha lasciato in Ucraina i genitori, cinque fratelli e il fidanzato Artem. «Lui combatte, imbraccia il fucile tutti i giorni, e mentre suono penso a lui, a tutto quello che ho lasciato e che forse non ritroverò più».

Veronika e la sua amica Taya, per il primo mese si sono rifugiate a Kiev, poi hanno cercato aiuto all’estero attraverso la piattaforma IcanHelp.host. Hanno trovato una famiglia di Lastra a Signa disponibile all’accoglienza. Così sono partite. Tre giorni di viaggio, poi l’arrivo in Toscana. «Sono stati davvero generosi, ci hanno aperto la loro abitazione e il loro cuore». E adesso con l'ingresso al "Cherubini" per lei si apre una nuova pagina.

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